Wednesday, July 12, 2006

Raccolto di dolore. Collettivizzazione sovietica e carestia terroristica


La genesi di questo libro, pubblicato negli Stati Uniti nel 1986, ma in Italia solo nel 2004, è l'ennesimo esempio di come certe verità, nel caso specifico, come la carestia che colpì l'Ucraina tra 1932 e 1933 fu un'operazione di sterminio deliberato, organizzato da Stalin, inteso a piegare quei contadini che si opponevano alla collettivizzazione, siano spesso taciute o negate. Grazie, però, all'opera di studiosi e volenterosi, tali verità scomode stanno emergendo. Per questo libro i ringraziamenti vanno a Robert Conquest, uno dei più importanti studiosi del comunismo, responsabile degli studi sull'Est europeo alla Hoover Institution, presso l'università di Stanford, California; l'Ukranian Studies Fund, che ha sede presso l'università di Harvard, Stati Uniti; la Fondazione Liberal, che ha dato alle stampe il volume per l'Italia.

Nel 1983, in occasione del cinquantesimo anniversario della carestia, l'istituto decide di pubblicare un volume che costringa a fare i conti «con il più colossale e impressionante occultamento della storia contemporanea»

Conquest inscrive la vicenda ucraina nell'ambito delle misure adottate dal regime sovietico, atte a realizzare la collettivizzazione e ad eliminare chiunque vi si opponesse. La lingua ucraina coniò un termine specifico, Holodomor, per indicare un assassinio di massa per fame, «in seguito a carestia artificiale e pianificata», in cui «la confisca dei generi alimentari è stata consapevolmente utilizzata dallo Stato a fini politici, come arma di distruzione di massa della propria popolazione».

L'Ucraina conobbe due carestie nel XX secolo: la prima si protrasse dal 1917 al 1921, ed ebbe cause oggettive; la seconda, tra il 1932 e il 1933, venne causata da fattori politici ed il suo obiettivo fu sterminare quei contadini indipendenti dallo Stato.

All'inizio del 2003, un comunicato stampa dell'ambasciata ucraina a Roma recita: «Lo sterminio di massa dei contadini ucraini attraverso la fame artificiale fu una consapevole forma di terrore politico contro la popolazione civile in seguito al quale vennero eliminate intere generazioni d'agricoltori, annientate le fondamenta sociali della nazione, le sue tradizioni secolari, la cultura spirituale, la sua identità. Fonti documentali d'archivio dimostrano che la carestia degli anni '32-33 non fu un fenomeno fisiologico, ma un'azione ideata e realizzata consapevolmente (...) Le conseguenze e le dimensioni dell'‘Holodomor' testimoniano una globale catastrofe socio-umanitaria non soltanto nella storia del popolo ucraino ma dell'intera umanità. Gli storici e i demografi dissentono tuttora sul numero esatto delle vittime. Tuttavia (...), si potrebbe affermare che la cifra più probabile dei morti (...) superi i sette milioni. Questa orrenda tragedia degli anni 1932-33 (...) venne per molti decenni occultata in Ucraina e, addirittura, negata ufficialmente dalla classe dirigente dell'URSS».

Stalin si proponeva di annientare «due elementi considerati irrimediabilmente ostili al regime: la classe contadina dell'URSS nel suo complesso, e la nazione ucraina», attraverso ‘dekulakizzazione', ovvero «la soppressione o la deportazione nelle regioni artiche, insieme alle loro famiglie, di milioni di contadini» e ‘collettivizzazione', ossia «l'abolizione della proprietà privata della terra e la concentrazione di tutti i contadini sopravvissuti in aziende agricole ‘collettive' poste sotto il controllo del partito».

A ciò fece seguito, nel 1932-33, una ‘carestia terroristica', «inflitta ai contadini collettivizzati dell'Ucraina e del Kuban in gran parte ucraino (oltre alle regioni del Don e del Volga), attraverso l'imposizione di quote di ammasso del grano di gran lunga superiori alle possibilità reali, la requisizione totale di tutti i generi alimentari, e l'impedire che un aiuto esterno, perfino da altre regioni dell'URSS, raggiungesse le popolazioni affamate. Tale politica (...) fu accompagnata da un attacco su vasta scala contro tutti i maggiori centri ed esponenti culturali e intellettuali ucraini, e contro le Chiese dell'Ucraina».

Stalin stroncò ogni forma di sentimento nazionale che potesse opporsi ai suoi piani, agendo sia nei confronti degli intellettuali, che davano voce a tale sentimento, sia verso quella classe contadina, che per secoli lo aveva tenuto vivo. Per far ciò impiegò il terrore e la menzogna.

Conquest denuncia «la costante mancanza di conoscenza, la disinformazione, l'errata valutazione economica e politica, la totale incomprensione delle diverse culture dei popoli, la totale mancanza di senso della realtà» dei dirigenti del regime sovietico, che si dimostrò «un disastro intellettuale, morale, demografico ed economico»: nonostante il sistema dei kolchoz e delle collettivizzazioni si fosse rivelato fallimentare, il partito continuava ad inviare nei villaggi attivisti locali, perché lo realizzassero. Questi, spesso, si accorsero delle violenze perpetrate dal sistema e sollecitarono l'intervento della classe dirigente, che accusò quegli uomini di collaborare con i nemici e li sollevò dall'incarico.

Pertanto, «sia in città che nei villaggi, ufficialmente incoraggiata ed elevata a principio ideologico, la brutalità imperversava (...) il terrore fu d'ora in poi un normale metodo di amministrazione e l'obbedienza a qualsiasi ordine proveniente dall'alto, una grande virtù».

Si cercavano spie e sabotatori, capri espiatori sui quali scaricare gli errori del sistema, mentre la carestia veniva negata: «non si permise che una sola parola riguardo alla carestia apparisse sulla stampa o altrove. Questo rifiuto di ammettere la verità o di permettere la benché minima allusione a quanto stava accadendo, faceva certamente parte del piano generale portato avanti da Stalin».

Conquest condanna l'opera di falsificazione e travisamento, perseguita dal regime sovietico, che ha prima negato, poi minimizzato «il costo umano che la sua politica implicava».

L'Ucraina «era stata completamente schiacciata: la sua Chiesa distrutta, i suoi intellettuali fucilati o moribondi nei campi di lavoro, i suoi contadini - il grosso cioè della nazione - massacrati o soggiogati». Lo stesso Trockij riconobbe che «in nessuno luogo la repressione, le epurazioni, l'assoggettamento e tutti i tipi di vandalismo burocratico in generale hanno assunto proporzioni così micidiali come in Ucraina nel tentativo di schiacciare la tenace lotta sotterranea del popolo ucraino per una maggiore libertà e indipendenza». Si doveva «cercare e smascherare il nemico, per poterlo poi eliminare, mediante misure di pressione economica, l'isolamento organizzativo e politico, sistemi di soppressione fisica».

Stalin e il suo gruppo dirigente sapevano che le misure adottate avrebbero provocato la carestia, ma «furono dati ordini precisi per assicurarsi che non venisse mitigata e che fosse limitata a certe aree del paese», ove divenne il mezzo più efficace per «spegnere la resistenza alla collettivizzazione nelle regioni che con più forza vi si opponevano. Anziché portare soccorso ai bisognosi, il regime comunista attuò misure punitive nei riguardi della popolazione rurale, seguitando ad approvvigionare le grandi città e l'armata rossa e a incamerare valuta pregiata con l'esportazione di prodotti agricoli».

Ne consegue che «l'atroce moria per fame fu un genocidio sociale (o etnosociale) di mostruose proporzioni».


Contadini morti 1930-1937

11milioni

Arrestati in questo periodo e morti in seguito nei campi di lavoro

3,5 milioni

Totale

14,5 milioni



Saturday, July 08, 2006

L'altra storia blog presentazione

Da oggi iniziamo questa nuova avventura....

Di quello che hanno scritto sulla storia nazionale e mondiale sappiamo tutto o quasi....ma tutto di che ? o tutto visto da che ?

QUESTO BLOG NASCE PER SMASCHERARE LE MENZOGNE DETTE DA STORICI DI PARTE PER OCCULTARE LA VERITA'

ciao a tutti alla prossima !

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